Indie World – Italian Developers Summit: lo Storytelling Videoludico

Nella giornata di oggi si è tenuto l’Indie World – Italian Developers Summit al quale noi di Pokémon Next abbiamo avuto la possibilità di partecipare. La coordinatrice di questo Indie World è stata la redattrice del Corriere della Sera Fabrizia Malgieri e ha intervistato tre esponenti di diverse case di sviluppo italiane: Cordens Interactive, Trinity Team e Stormind Games.

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Il tema principale di questo Indie World è stato lo Storytelling Videoludico: il metodo di narrazione dei videogiochi e come si è sviluppato nel corso degli anni. Come ospiti abbiamo avuto la possibilità di ascoltare: Marco Agricola, Senior Programmer e Story Writer di Trinity Team; Tommaso Loiacono, Game Director di Cordens Interactive e Giacomo Masi, Narrative Director di Stormind Games.

L’evoluzione dello Storytelling all’interno del videogioco

Il videogioco ha da sempre avuto un rapporto molto particolare con la narrativa per più motivi differenti. Quando i videogiochi sono cominciati ad entrare nella quotidianità, le trame erano molto semplici e ridotte all’osso, principalmente per le limitazioni hardware dell’epoca. Con l’arrivo dei primi videogiochi 3D si è cominciato ad avere un approccio molto più “cinematografico” e a dare una maggiore importanza alla storia raccontata.

Per quanto però il videogioco abbia preso spunto dal cinema, dalla letteratura o da qualsiasi altro media di intrattenimento, la particolarità della narrativa videoludica sta nell’interazione. L’utente, al contrario di quanto può accadere per un film o per un libro, ha il controllo della propria esperienza di gioco. Ogni partita viene raccontata e vissuta in modo diverso, anche se si tratta di una storia lineare. Spesso e volentieri ci sono indizi da raccogliere, collezionabili da trovare, che possono contenere o meno informazioni in più. Sta però nella volontà del giocatore il cercare quegli indizi, l’interpretare quei dati, l’andare più a fondo in quella che magari è solo all’apparenza una storia molto semplice.

Marco Agricola (Trinity Team – The Darkest Tales):

Mentre gli altri media hanno sviluppato un loro modo proprio di raccontare una storia, il videogioco ha la grande possibilità di poter scegliere tra diversi approcci. All’interno di un’opera videoludica è possibile trovare più tipologie di narrativa: dai dialoghi alle immagini, dalla musica ai racconti e molto altro ancora.

Chiunque può assistere a quello che è riconducibile ad uno spettacolo teatrale, come in Monkey Island, in cui le interazioni tra i personaggi sono molto caricaturali ed esagerate. Si può scegliere di cercare indizi e raccogliere informazioni su una realtà che ormai non esiste più, una civiltà passata…così come si può scegliere di non farlo. Oppure, grazie all’avvento del 3D, ora si possono simulare movimenti di telecamera simili a quelli che è possibile vedere in un film. Il “regista” può decidere di inquadrare un elemento che il protagonista del gioco non conosce ancora, ma che ora il giocatore sa. Sta poi al giocatore se proseguire la storia continuando ad interpretare l’ignaro protagonista o decidendo di muoversi in base alle nuove informazioni ricevute.

Tommaso Loiacono (Cordens Interactive – Vesper):

Per quanto riguarda lo sviluppo della narrativa videoludica, sicuramente un ruolo importante lo hanno avuto i classici giochi di ruolo da tavolo. La possibilità di creare il proprio personaggio a cui far vivere una storia totalmente personale e basata solo sulla propria fantasia non nasce certamente dai videogiochi, però questo media l’ha espansa di moltissimo.

Un esempio che porta il Game Director è Minecraft, un gioco che magari sfugge alla mente dei giocatori quando si parla di storie. Eppure, dare la possibilità al giocatore di crearsi la propria storia fornendogli degli elementi su cui lavorare, è proprio uno dei metodi per cui il videogioco si racconta e distingue. Per quanto riguarda i giochi con un protagonista già scritto, in quel caso la narrativa è basata tutta sull’empatia che l’autore di quel personaggio riesce a trasmettere. La bravura starà nel dare la possibilità al giocatore di immedesimarsi, di compiere le scelte che quel personaggio farebbe; o al contrario, fare le scelte opposte.

La creazione di un videogioco parte dalla storia o dal gameplay?

Per il Game Director di Cordens Interactive il messaggio primario di un videogioco deve essere il gameplay, attorno al quale andare poi a sviluppare una narrativa. Il tipo di narrazione gira intorno al gioco, all’idea di interazione che quel videogioco vuole raccontare. La storia si sviluppa solo successivamente, solo dopo aver trovare un concetto forte che coinvolga anche e soprattutto il videogiocatore.

In Vesper l’idea principale sta nel controllare i nemici; la sua narrativa si sviluppa poi attorno a questo concetto. Il come interagisce il giocatore con i nemici, che tipo di controllo può avere sulle altre creature, cosa possono effettivamente comportare queste sue azioni. Tutta la storia si tesse attorno a questo singolo concetto, senza l’uso di parole o dialoghi (per motivi di sviluppo, ma anche stilistici).

Giacomo Masi (Stormind Games – Batora: Lost Haven):

La particolarità nel videogioco sta soprattutto nella sua universalità, nella semplicità di divulgazione ed enfatizzazione di un concetto. Che sia un’idea di gameplay o un tipo di azione che deve svolgere l’utente, la difficoltà sarà sempre il rendere bene quel concetto controller alla mano. Come dare l’impressione al giocatore di poter vivere l’idea alla base del gioco? Il tutto sta nella capacità dello scrittore o del programmatore di dare l’impressione al videogiocatore di star effettivamente vivendo quel pensiero.

In Batora: Lost Haven un aspetto fondamentale alla base del gioco è il concetto di dualità. L’idea sta proprio nel prendere questo aspetto e fare in modo che il giocatore possa interpretarlo come più preferisce, in base alle sue scelte e ai suoi ragionamenti. L’esperienza deve essere unica e personale per ogni giocatore, perché in questo sta la peculiarità del videogioco; nel modo in cui chiunque può viverlo secondo il proprio modo di agire, con i propri tempi e scegliendo l’approccio che più gli si addice.

Marco Agricola del Trinity Team invece fa una proposta completamente diversa. Il nuovo progetto della casa di sviluppo è The Darkest Tales, il quale è basato unicamente sull’incipit narrativo. La storia che viene raccontata è quella di una bambina intrappolata in un mondo di incubi che viene aiutata dal suo orsacchiotto di peluche. Il concetto alla base sta nel raccontare le fiabe classiche in modo totalmente nuovo e personale, con ambientazioni spaventose e distorte dagli incubi di una bambina. Tutto quindi nasce da un’idea, che però questa volta è totalmente narrativa e quasi non include il giocatore nel suo modo di essere raccontata. Il ruolo del giocatore qui sarà quello di carpire le diverse chiavi di lettura con cui può essere interpretata la storia, quanti e quali livelli di narrazione deciderà di approfondire per saperne di più.

Considerazioni Finali

Anche grazie alle numerose domande da parte degli altri partecipanti a questo Indie World tutto italiano, abbiamo potuto approfondire ulteriormente la figura del Narrative Designer e in generale dello sviluppo di una sceneggiatura per un videogioco.

Si tratta di un media molto diverso da quello che potrebbe essere un film o un fumetto; il tipo di scrittura va a coinvolgere molti fattori che normalmente non verrebbero presi in considerazione nella preparazione di una sceneggiatura. L’interazione che l’utente ha con il mondo di gioco, le scelte che potrebbero andare contro la storia lineare ideata inizialmente, il dare la possibilità di avere più finali. Sono tutte caratteristiche che al momento solo questo tipo di media ha, in questa particolare modalità. La musica e il comparto artistico, per quanto non facciano parte di quello di cui si dovrebbe occupare un Narrative Designer, sono comunque aspetti che devono essere presi in considerazione anche nella fase di scrittura. Quindi questa figura, per quanto non sia totalmente il suo ruolo, deve conoscere il media in tutti i suoi elementi, dalla parte di sviluppo a quella puramente visiva.

Ovviamente, il tutto varia in base al tipo di gioco. Che si tratti di un titolo narrativo, un puzzle game, un platform, l’idea alla base deve permettere anche di creare una trama che si adatti al contesto ludico. La profondità con cui svilupparla, il livello di immedesimazione con cui viverla, quello sta sia alla capacità del narratore sia alla voglia del giocatore di lasciarsi trasportare da un mondo o da una storia che vogliono raccontarsi.

Infine, ricordiamo che qualche giorno fa Nintendo ha rilasciato un Indie World con moltissimi titoli in arrivo su Nintendo Switch. Per scoprire quali sono gli altri giochi indipendenti in arrivo sulla console nel prossimo periodo vi rimandiamo all’articolo articolo completo sull’Indie World.